Dicembre 22, 2023
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Lucciole #2 - Simone Ficicchia
La newsletter di Voice Over
#002
Bentrovatə nel secondo numero di Lucciole!
In questo numero vogliamo raccontarti una storia di partecipazione attiva.
Sicuramente avrai sentito parlare di Ultima Generazione, un gruppo di attivist3 che attraverso azioni di disobbedienza civile vuole portare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema della crisi climatica e fare pressione perché venga cambiata l’agenda politica.
Si parla molto delle loro azioni, non sempre con toni positivi, sono spesso raccontat3 come quelli che imbrattano muri, opere d’arte, bloccano il traffico e creano disagio a chi “deve andare a lavorare”, se non peggio, come "eco-terroristi".
Il nostro obiettivo è quello di spostare il focus della narrazione, proponendo chiavi di lettura alternative perché riteniamo importante formare la propria opinione trovando informazioni anche fuori dai media mainstream, dove molte voci non trovano spazio.
Per questo abbiamo scelto come lucciola del secondo numero Simone Ficicchia, per raccontarti la sua storia e le motivazioni che lo hanno spinto, come tant3, ad aderire a questo movimento ambientalista, ma anche per evidenziare quali sono le richieste concrete di Ultima Generazione e in che modo le persone che appartengono a questo movimento si stanno esponendo con il proprio tempo, i propri corpi e mettendo a rischio la propria libertà anche nell’interesse di tutt3 noi.
Grazie per essere qui con noi.
La voce di questo numero
In questo numero vogliamo raccontarti una storia di partecipazione attiva.
Sicuramente avrai sentito parlare di Ultima Generazione, un gruppo di attivist3 che attraverso azioni di disobbedienza civile vuole portare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema della crisi climatica e fare pressione perché venga cambiata l’agenda politica.
Si parla molto delle loro azioni, non sempre con toni positivi, sono spesso raccontat3 come quelli che imbrattano muri, opere d’arte, bloccano il traffico e creano disagio a chi “deve andare a lavorare”, se non peggio, come "eco-terroristi".
Il nostro obiettivo è quello di spostare il focus della narrazione, proponendo chiavi di lettura alternative perché riteniamo importante formare la propria opinione trovando informazioni anche fuori dai media mainstream, dove molte voci non trovano spazio.
Per questo abbiamo scelto come lucciola del secondo numero Simone Ficicchia, per raccontarti la sua storia e le motivazioni che lo hanno spinto, come tant3, ad aderire a questo movimento ambientalista, ma anche per evidenziare quali sono le richieste concrete di Ultima Generazione e in che modo le persone che appartengono a questo movimento si stanno esponendo con il proprio tempo, i propri corpi e mettendo a rischio la propria libertà anche nell’interesse di tutt3 noi.
La voce di questo numero
La voce di questo numero è di Simone Ficicchia, musicista e attivista dell’organizzazione Ultima Generazione, campagna di disobbedienza civile nata nel 2021 per chiedere al governo italiano un fondo permanente e preventivo di 20 miliardi di euro per riparare i danni delle catastrofi climatiche.
Simone Ficicchia è stato uno dei protagonisti del terzo evento della campagna “Decolonizing Narrative”, un ciclo di seminari ed eventi sulla libertà di espressione, i diritti umani e il giornalismo di interesse pubblico organizzato da Voice Over. L’evento “Slapp! Uno schiaffo alla libertà di espressione contro giornalist* e società civile” si è svolto il 10 ottobre scorso all’Università degli Studi di Milano.
Protagonist*, oltre a Simone Ficicchia, Sielke Kelner, ricercatrice e advocacy officer dell’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, Federico Anghelé, direttore di The Good Lobby Italia, Lorenzo Bagnoli, co-direttore Irpi Media, Lorenzo Frigerio, giornalista e coordinatore di Liberainformazione, Veronica Dini, avvocata dello studio legale Dini-Saltalamacchia, e Kiran Chaudhuri, avvocata dell’European Legal Support Center - ELSC, organizzazione indipendente che difende, con consulenza e assistenza legale gratuita, associazioni, ONG, gruppi e individui che si battono per i diritti dei palestinesi nell'Europa continentale e nel Regno Unito.
La voce di Simone Ficicchia
“La disobbedienza civile è diventata una scelta di vita perché la crisi climatica in corso è una questione esistenziale che riguarda tutti e tutte noi”.
Sono pochi a rendersene conto. Eppure c’è una meglio gioventù che sta già scrivendo la Storia. Nelle piazze, nelle autostrade, all’interno dei musei; davanti ai monumenti come il Colosseo o la Fontana di Trevi o di fronte alle sedi delle Istituzioni come il Senato. La sta scrivendo con azioni non violente fatte di scioperi della fame, blocchi stradali, sit-in non autorizzati o vernici lavabili lanciate contro quadri e monumenti. La loro richiesta è molto semplice: istituire un fondo preventivo e permanente di 20 miliardi di euro per ripagare i danni da calamità ed eventi climatici estremi, finanziato dagli extra profitti delle industrie fossili, dal taglio totale dei sussidi pubblici ai combustibili fossili, a quello degli stipendi dei manager delle industrie energivore partecipate dallo stato e della classe politica e dal taglio delle spese militari.
Di questo movimento noto come “Ultima Generazione” fa parte anche Simone Ficicchia, 21 anni, musicista ed ex studente. Da due anni, ha messo in pausa sia il Conservatorio che l’Università per dedicare tutto il suo tempo alle azioni di disobbedienza civile di Ultima Generazione. “Mi sono reso conto che la crisi climatica non è una semplice sfida politica come tante altre, come il diritto allo studio o l'antifascismo ma si tratta di una questione esistenziale. Se non riusciamo a vincere questa sfida, tutte le altre lotte rischiano di essere vanificate”. Lo racconta con fermezza, senza retorica, usando sempre il “noi”, perché sa bene che il successo della disobbedienza civile risiede nel percorso di costruzione di una comunità di cittadini e cittadine consapevoli. “Non mi interessa quali sono le conseguenze che devo sopportare. L’importante è che ci siano altre persone a continuare questa lotta”, ribadisce Ficicchia.
Nel 2022 la Questura di Pavia ha chiesto un regime di sorveglianza speciale per la "pericolosità sociale", respinta a gennaio 2023 dal tribunale di Milano. Ficicchia non è l’unico ad aver ricevuto denunce o richieste di restringimenti della libertà personale. Altr3 attivist3 che hanno preso parte alle azioni di disobbedienza civile sono a processo per violenza privata, danneggiamento, associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti di interruzione di pubblico servizio, di deturpamento e contro la libera circolazione stradale. Tutte queste denunce si inseriscono in un contesto di grande criminalizzazione nei confronti dei cittadini che denunciano la crisi climatica. Lo sottolinea anche l’appello sottoscritto da oltre cento avvocat3.
“Con le loro azioni di protesta, gli attivisti che oggi sono sotto indagine intendono mettere in luce che il disastro ambientale è ormai in corso e non c'è più altro tempo, o si agisce subito o la situazione diventerà irreversibile; sono mossi, in altre parole, dalla ferma volontà di costringere i pubblici poteri a fare quanto ancora possibile ed indispensabile per salvare la vita dell'umanità su questo pianeta”.
Ad aprile 2023, il governo di Giorgia Meloni ha approvato un altro disegno di legge che prevede l’inasprimento delle pene per chi imbratta un’opera d’arte o un monumento. Il disegno di legge, dallo stampo propagandistico, non è stato approvato in Senato, ma in compenso il 27 ottobre 2023 è stato presentato su iniziativa del deputato leghista Gianangelo BOF un nuovo ddl che prevede la ripenalizzazione del blocco stradale con il proprio corpo.
Se da una parte i movimenti della società civile denunciano l’inerzia istituzionale di fronte al disastro ambientale e alla crisi climatica, dall’altra parte la politica, le istituzioni e i media mainstream continuano a proteggere gli interessi delle lobby e delle multinazionali dei combustibili fossili. “C’è un sistema politico inadeguato a gestire la crisi climatica perché è strettamente legato a determinati poteri economici”, dice Ficicchia, “le giovani generazioni si stanno rendendo conto che questi politici non riescono a svincolarsi dalle lobby del fossile, così come dalle lobby dell’industria delle armi o del cemento”.
E mentre le piazze tornano a riempirsi - per il clima o per la Palestina - la politica criminalizza quella parte di cittadini e cittadine, per lo più giovani, che si battono ogni giorno per la giustizia, continuando al tempo stesso a garantire uno status quo a determinati blocchi di potere, responsabili della crisi climatica in corso. Una distanza incolmabile si è creata, tra Istituzioni e piazze, difficilmente ricucibile. Ma forse, come suggerisce Ficicchia, bisogna ripartire da zero, superando la democrazia rappresentativa per dare vita ad assemblee pubbliche e comunità locali che si prendono cura e scelgono come gestire i propri territori. “Servono metodi nuovi, diversi da quelli sperimentati negli ultimi trent’anni. Costruire un’alternativa richiede un cammino di lotta di lungo periodo. Non è facile ma attraverso la disobbedienza civile possiamo unirci e fare questo pezzo di percorso di cambiamento”. Insomma, la Storia si sta già scrivendo, sperando che domani qualcuno potrà ancora leggerla.
Approfondisci con noi
Per sapere di più su Ultima Generazione, leggi qui l’intervista che Adil Mauro ha fatto a Michele Giuli, co-fondatore di Ultima Generazione;
Qui invece trovi le voci di Maria Letizia Ruello, ricercatrice e portavoce di Ultima Generazione, e di Michela Spina, studentessa di medicina veterinaria e portavoce di Fridays for Future intervistate da Michela Grasso, Spaghetti Politics;
Per un punto di vista autorevole sulla crisi climatica, qui trovi l’intervista che Sara Manisera ha fatto a Marcello Petitta, fisico dell’atmosfera, climatologo, ricercatore dell’università di Tor Vergata;
Per uno sguardo sul ruolo delle imprese, leggi l’approfondimento di Sara Manisera “La vernice lavabile scandalizza più della crisi climatica e dai disastri ambientali fatti dalle imprese in Italia”;
E sul ruolo dei media nella formazione dell’opinione pubblica, ti proponiamo questo approfondimento di Marco Biondi “In Italia il cambiamento climatico è ancora considerato un’opinione e gran parte dei media ne sono responsabili”.
Altre risorse utili
La disobbedienza civile è una forma di lotta politica la cui definizione fu coniata nel XIX secolo da Henry David Thoreau, scrittore e filosofo statunitense, imprigionato per essersi rifiutato di pagare le tasse legate alla guerra contro il Messico. Nel libro “La disobbedienza civile” sostiene che gli individui abbiano il dovere morale di opporsi alle leggi ingiuste. Lo stesso Thoreau era un forte sostenitore dell'abolizione della schiavitù. Condannò anche lo sterminio dei nativi americani e la guerra degli Stati Uniti contro il Messico.
Tra le lotte che hanno fatto la Storia, vanno ricordate la Marcia del Sale del Mahatma Gandhi, il Movimento delle suffragette britanniche, il boicotaggio di Rosa Parks contro la segregazione razziale, la lotta di Nelson Mandela contro l'apartheid. Se vuoi saperne di più ti consigliamo questo articolo di Jascha Galaski, il libro “Ribellarsi è giusto. Teoria e pratica della disobbedienza civile: un’antologia (ed. Gli Asini), e “Insegnare a trasgredire” di Bell Hooks, (ed. Meltemi).
Alla prossima!