Febbraio 02, 2023
BLACKNESS
Non siamo solo un brand ma un collettivo con una visione di società
La voce di Buba Samasa, intervistato da Sara Manisera, FADA Collective
Blackn[è]ss fest è il primo festival che propone una rielaborazione dell’universo afrodiscendente in Italia. Eventi e tavole rotonde per riflettere sul concetto di nerezza, secondo un percorso di decolonizzazione del linguaggio e per discutere di temi come gli effetti sulla salute mentale della profilazione razziale, la discriminazione, il razzismo ma anche la musica, il cinema, i media e la rappresentazione.
Voice Over Foundation ha scelto di accompagnare il festival in questo percorso e di raccontarlo per tutto l’anno, attraverso le voci di chi ne è protagonista.
Intervista a Buba Samasa, cofondatore di Pleazer Mob, brand sostenibile che punta all’inclusione e libera espressione.
D: Ti puoi presentare, chi sei e di cosa ti occupi?
R: Sono Buba Samasa, ho 29 anni, vivo a Milano ma sono cresciuto nella provincia di Como. Ho studiato elettrotecnica, poi ho iniziato a fare il corriere e nel 2018 ho lanciato Pleazer Mob. Tutto nasce come un’idea perché nessuno di noi viene dall’ambiente della moda o del design però sono sempre stato abituato a creare e mi piaceva l’idea di poter unire abbigliamento e fotografia.
D: Puoi spiegarci cos’è Pleazer Mob?
R: Non è solo un brand di moda ma è soprattutto un collettivo, un progetto che si è ampliato, che organizza eventi e che prova ad essere azienda benefit con un’impronta tangibile nella società. Siamo partiti tutti senza un ruolo o delle competenze specifiche ma con il tempo, studio e applicazione ognuno di noi è riuscito a trovare la propria dimensione all’interno del progetto. Guardando al nostro passato, ci siamo resi conto che in provincia mancavano figure con cui poter confrontarsi per le persone con background migratori diversi. Quello che ci piacerebbe fare è diventare un punto di riferimento per le generazioni più giovani e aiutare altre realtà più piccole ad emergere.
D: Cosa vuol dire Pleazer Mob e quanti siete?
R: Siamo un collettivo di sette persone con diverse figure. Pleazer Mob deriva da “piacere” e da “member of blood”, ovvero membro di una famiglia. Per noi il senso è che tutte le vittorie e i successi sono per il collettivo. L’idea è diventare un punto di riferimento online e sul territorio, costruire un marchio di abbigliamento con dei valori inclusivi e di sostenibilità. In Italia siamo un po’ indietro rispetto ad altri paesi in Europa.
D: Com’è stata la partecipazione al Blackn[è]ss fest?
R: Ci siamo avvicinati alla prima edizione con il nostro stand perchè abbiamo la stessa visione. È un festival molto importante in Italia per la rappresentazione dell’universo afrodiscendente e non solo che è spesso distorta. Sarebbe bello riuscire a portare il festival fuori Milano, in altre zone più periferiche e provinciali. In generale è un festival che permette di creare connessioni, di riflettere, incontrarsi e parlare di determinate tematiche tutti insieme.
D: Progetti per il futuro?
R: Nel breve periodo, vorremmo lanciare una nuova collezione e organizzare diversi eventi con musica, esibizioni, dialogo.. non solo la classica serata ma anche qualcosa di formativo. Nel lungo ci piacerebbe poter vivere e lavorare solo per Pleazer Mob.